Relazione tra salto verticale e prestazioni negli atleti di nuoto
Abstract
Premessa: con l'evoluzione scientifica del nuoto si è reso necessario controllare tutte le variabili che intervengono nel processo di allenamento, ricercando parametri che dessero informazioni attendibili sul suo sviluppo. L'obiettivo dello studio è stato quello di analizzare la possibile relazione tra impulso verticale e prestazione nei velocisti e negli atleti di nuoto di lunga distanza, alla ricerca di una variabile in più che fornisca sussidi per il controllo e il miglioramento dell'allenamento natatorio. Metodi: lo studio ha coinvolto due gruppi, velocisti (n=7) e fondisti (n=4), per un totale di 11 nuotatori. I soggetti sono stati sottoposti alla valutazione di altezza, massa corporea, apertura alare e percentuale di grasso. Sono stati valutati l'impulso verticale e il tempo di volo con e senza contromovimento dei due gruppi, per valutare la performance i soggetti hanno impiegato un tempo nei loro test specifici. Per l'analisi dei dati è stato utilizzato il test di Anderson-Darling per verificare la normalità del campione e il test di Levene per l'omogeneità delle varianze. Il test "t" è stato utilizzato per l'uguaglianza delle medie e il test di significatività per la correlazione di Pearson. Risultati: I dati ottenuti non hanno presentato differenze significative, tra l'impulso verticale con e senza movimento di conteggio, tra i gruppi studiati, dimostrando un'omogeneità tra il gruppo di velocisti e fondisti. Conclusioni: Lo studio indica che il salto verticale non è un fattore predittivo delle prestazioni nei nuotatori, tuttavia si suggerisce di ripetere questo studio con un campione più ampio.
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