Rapporto tra pratica sportiva e aspetti cognitivi nei giovani studenti: uno studio trasversale

Abstract

Introduzione: I bambini e gli adolescenti sono stati bersaglio di inattività fisica a causa della comodità fornita dal progresso della tecnologia, portando così a deficit non solo fisici ma anche cognitivi; Pertanto, la pratica dello sport è stata una strategia per invertire la situazione e formare un cittadino pienamente sano, poiché ha mostrato benefici negli aspetti fisici, sociali e nelle funzioni esecutive. Obiettivo: La ricerca mirava a confrontare le prestazioni cognitive tra individui che praticano e non praticano sport per verificare eventuali differenze. Materiali e metodi: studio trasversale che ha incluso un campione di settantacinque (75) giovani di entrambi i sessi di età compresa tra 10 e 14 anni divisi in due gruppi: Gruppo I (non sportivo) composto da scolari che hanno svolto solo educazione fisica a scuola e il Gruppo II (Sport) formato da individui che, oltre all'educazione fisica, praticavano l'iniziazione allo sport. L’età scheletrica è stata utilizzata per stimare lo stadio di maturazione dei soggetti e il test cognitivo “Go/No-Go” è stato utilizzato per verificare il controllo inibitorio dei partecipanti alla ricerca. Risultati: il gruppo II ha mostrato prestazioni cognitive migliori ottenendo risultati superiori nel test Go/No-Go, tuttavia non è stata riscontrata alcuna correlazione tra età scheletrica e aspetti cognitivi. Conclusione: i giovani che praticano sport mostrano risultati migliori nei test cognitivi rispetto ai non praticanti, indipendentemente dal loro stadio di maturazione. Si suggerisce quindi che la pratica dello sport sia benefica per la concentrazione, l'attenzione e l'inibizione degli stimoli nei giovani.